Dopo quattro bagni e una settimana di lentissima asciugatura ecco il sucido lavato
Come potete vedere il colore si è schiarito un bel po'
E' stato un bel lavorone (anche perchè la lana non era poca..), ma sono soddisfatta, soprattutto perchè la lana è rimasta morbida e gran parte dei residui vegetali se ne sono andati via con lo sporco. Vi suggerisco, se siete tentate di provare a lavare il sucido:
-di utilizzare acqua calda solo nel primo bagno (con detersivo bio o sapone di Marsiglia e un goccio di ammoniaca) e quindi, nei bagni successivi, utilizzare acqua a temperatura ambiente (quella che avrà la vostra lana a quel punto lì). Infatti gli sbalzi di temperatura favoriscono l'infeltritura.
- di immergere sempre la lana nel bagno "pronto". Non fate mai scorrere l'acqua dal rubinetto sulle fibre.
-di procurarvi dei capaci scolapasta, nei quali mettere la lana durante l'ammollo. In questo modo non dovrete maneggiarla troppo e potrete immergerla e toglierla dai bagni senza dover strizzare e sprimacciare qua e la : l'acqua colerà via dai buchi senza alcun ausilio meccanico e salverete la lana dall'infeltritura.
Ecco la famosa prima matassina, filata dal sucido cardato, dopo il lavaggio
Anche qui il colore si è schiarito in un delicato beige, e le fibre , liberate dalla lanolina, si sono gonfiate.
Inoltre.. da non credere.. la matassa ha perso (dopo il lavaggio, appunto) ben 10gr di peso: da 30gr a 20gr!!!
Infine la prima matassa filata con il sucido "a riccioloni" (non cardato), quello che, nel post precedente, ho fotografato appeso alla spalliera di una sedia.
Questo filo mi piace davvero tantissimo: ha carattere!
Penso già a "mescolanze" selvagge con sucidi di colore diverso....
Ciao, ciao..